Storia

Rifugio Ten.Medico Giorgio Pirlo allo Spino – CAI Salò

Il rifugio “Pirlo”. Dopo la nascita della sezione di Salò del Club Alpino Italiano avvenuta ufficialmente il 9 marzo 1963 i soci salodiani cominciarono a valutare la possibilità di avere un rifugio nell’entroterra montano del Garda.

Lo sperone roccioso proteso verso il lago del Monte Pizzoccolo affascinava tutti e vennero prese in considerazioni varie possibilità: i vecchi manufatti di guerra, Malga Valle ed altre ipotesi ancora. Si optò invece per la vecchia caserma della finanza situata a poca distanza dal Passo dello Spino, non lontana dalla malga e dalla residenza signorile un tempo appartenuta alla famiglia Visintini di Toscolano, dove per molti anni era rimasto in funzione un redditizio roccolo detto appunto del Passo dello Spino.

L’ex caserma, situata nel territorio comunale di Toscolano Maderno, era poco più che un rudere ed era stata concessa al geom. Visentini di Gardone che, generosamente assecondò il progetto del CAI cedendo una parte del fabbricato ad un prezzo favorevole. L’ex caserma aveva funzionato negli anni in cui il confine tra Italia ed Impero Austro-Ungarico era poco distante, inoltre aveva ospitato i militari durante la fortificazione della linea Pizzoccolo, Passo Spino, Passo della Fobiola avvenuta nel 1917. Questa scelta aveva un pregio: era vicina alla generosa fonte della “Mandra” che ancora oggi alimenta il rifugio e gli ex edifici Visintini, ora divenuti proprietà dell’ERSAF.

Inoltre alla ex caserma si poteva giungere da molte direzioni: da S.Michele di Gardone, da Maderno, da Toscolano e da Degagna di Vobarno.

L’entroterra gardesano era, in quei tempi, alpinisticamente e turisticamente poco conosciuto ed aveva ancora una funzione di economia sussidiaria: c’era chi tagliava la legna, chi portava le mucche al pascolo, gli ultimi carbonai ed i cacciatori. Escursionisti ben pochi.

Era l’occasione per creare una base di appoggio che invogliasse gli amanti delle escursioni e dell’alpinismo a scoprire questi ambienti montani.

I lavori di ristrutturazione iniziarono nel 1964 con notevoli difficoltà, ma con grande entusiasmo; ovviamente il problema maggiore era il trasporto dei materiali in quota. Le energie e le idee non mancavano: si ricorse addirittura ad un elicottero militare che decollò dal campo di calcio dell’oratorio di Salò per trasportare allo Spino il materiale necessario per la sistemazione del rifugio.

I lavori durarono fino al 1967 e videro la partecipazione di molti soci che con allegria ed entusiasmo “sacrificavano” le festività e le ferie per salire allo Spino a lavorare. La data dell’inaugurazione venne fissata per domenica 11 giugno 1967 e fu una cerimonia veramente imponente, con la presenza di numerose personalità politiche e della montagna e naturalmente una folla di alpinisti ed escursionisti.

Successivamente il rifugio venne ampliato aggiungendo le camerate al secondo piano. Per molti anni fu gestito con turnazioni dai soci del CAI Salò, quindi fu affidato a gestori che da circa 20 anni ne garantiscono l’apertura tutti i fine settimana e per tutto il periodo estivo.

La presenza di escursionisti e turisti è ovviamente cresciuta vertiginosamente tanto è vero che, soprattutto nel periodo invernale e primaverile, è divenuta una meta frequentata da molti gruppi del Nord Italia.

In estate, quando gli alpinisti sono attratti dalle “classiche” dell’arco alpino e delle Dolomiti, il rifugio è molto frequentato dai turisti che lo raggiungono per facili percorsi a piedi o in bicicletta.

Nel giugno del 1967 il rifugio è stato inaugurato e dedicato alla Memoria del Tenente Medico Giorgio Pirlo, caduto in Grecia durante la Seconda Guerra Mondiale.

Tenente Medico Giorgio PirloTarga Tenente Pirlo

Il Tenente Medico Giorgio Pirlo era fratello del Dott. Vittorio Pirlo, titolare della storica farmacia di Salò, sindaco di Salò e tra i fondatori della Sezione CAI di Salò, che fu sempre grande animatore della scena organizzativa sportiva e promotore di molte manifestazioni per la valorizzazione del territorio gardesano.

Dedicando il rifugio al giovane Giorgio, si è voluto perpetuare la Memoria di tutti i giovani che, amando il nostro lago e le nostre montagne, hanno perso la vita per la Patria.